Ferrovia Porrettana: Piteccio - Fabbiana - Le Svolte e ritorno
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Ferrovia Porrettana: Piteccio - Fabbiana - Le Svolte e ritorno
La Ferrovia Porrettana (Pistoia - Bologna), i cui lavori di costruzione si conclusero nel 1864, fu il 1° collegamento ferroviario tra l'Italia Settentrionale e quella Centrale.
Per 70 anni transitarono da qui tutti i treni, prima della costruzione della Prato - Bologna che, a sua volta, sarà presto soppiantata dall'Alta Velocità tra Firenze e Bologna.
Per decenni la Porrettana sarà la dorsale del paese, sopportando un traffico via via sempre più crescente e sperimentando le innovazioni tecniche in campo ferroviario (curve rialzate, sistemi di ventilazione delle gallerie, impianti di trasmissione idraulici, binari di salvamento e lanciamento).
Il problema più rilevante della Porrettana è sempre stata la forte pendenza nel tratto Pistoia-Pracchia (oltre il 25 per mille, ovvero al limite per una ferrovia a scartamento ordinario) unita alla trazione effettuata con le locomotive a vapore, i cui fumi ristagnavano nelle gallerie.
Solo con l'avvento della corrente elettrica e di nuovi mezzi i viaggiatori ed il personale avrebbero migliorato i loro viaggi.
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Per gli appassionati di archeologia industriale e, ovviamente, di ferrovie, la Porrettana trasmetterà sempre un fascino particolare ed avvicinarsi ai manufatti (con la dovuta attenzione) riporterà indietro nel tempo, quasi come se non siano passati già 144 anni dall'inaugurazione.
Le foto che seguono illustrano un'escursione svolta il 9 Marzo 2008 con lo scopo principale di visitare le due trincee ferroviarie costruite per spezzare la continuità della Galleria di Piteccio (quasi 1800 m, con tracciato elicoidale) e dare la possibilità ai fumi di disperdersi meglio.
L'escursione inizia a Piteccio, frazione del Comune di Pistoia, sede di una fermata della linea oggi non più adibita al servizio viaggiatori (ahimé, purtroppo).
In origine il Viadotto di Piteccio era costruito con 3 ordini di archi: ovviamente fu minato durante la Seconda Guerra...
Oggi la stazione di Piteccio viene gestita dalla locale Pro Loco.
La sala d'aspetto è stata trasformata in un piccolo museo, con molte foto storiche e alcuni plastici: merito dell'associazione " Gruppo Ferromodellistico Pistoiese La Porrettana " (http://www.laporrettana.it).
I fumi delle vaporiere hanno causato, negli anni, spesse incrostazioni sulle volte delle gallerie.
Un " reperto " è oggi conservato nella stazione di Piteccio:
Una delle gallerie più temute della linea era senza dubbio quella di Piteccio: pendenza e andamento elicoidale impegnavano parecchio le vaporiere; inoltre i fumi ristagnavano a lungo ed una patina viscida si depositava sui binari, provocando sovente slittamenti.
La stazione di Piteccio appare in buone condizioni, a parte i servizi igienici...
In questa foto si rilevano bene il binario di corsa (a sinistra) e quello di incrocio (a destra).
Più a destra il suggestivo serbatoio idrico ottocentesco a pianta ottagonale.
L'escursione continua alla volta della Trincea ferroviaria di Castagno: per interrompere la continuità della Galleria di Piteccio, nel 1882 venne realizzata questa trincea in corrispondenza del Torrente Castagno (il cui corso fu appositamente deviato artificialmente).
L'espediente della trincea non dette i risultati sperati in termini di dispersione del fumo delle vaporiere.
Adesso è la volta della seconda trincea ferroviaria, quella di Vignacci: stesso scopo e (purtroppo) stessi risultati deludenti.
Alcune stradine di campagna si mantengono a ridosso della ferrovia, regalando scorci pittoreschi sulla strada ferrata.
Si notano molto bene le pendenze sostenute e i piccoli raggi di curvatura; il tutto con numerose gallerie.
Al Km 48+903 c'è un casello abbandonato, nei pressi dell'imbocco della Galleria Marroneta. Al suo interno un calendario del 1999 suggerisce che fino ad una decina di anni era ancora abitato.
La nota interessante è la presenza, accanto, di una piccola costruzione con al suo interno un forno:
Per 70 anni transitarono da qui tutti i treni, prima della costruzione della Prato - Bologna che, a sua volta, sarà presto soppiantata dall'Alta Velocità tra Firenze e Bologna.
Per decenni la Porrettana sarà la dorsale del paese, sopportando un traffico via via sempre più crescente e sperimentando le innovazioni tecniche in campo ferroviario (curve rialzate, sistemi di ventilazione delle gallerie, impianti di trasmissione idraulici, binari di salvamento e lanciamento).
Il problema più rilevante della Porrettana è sempre stata la forte pendenza nel tratto Pistoia-Pracchia (oltre il 25 per mille, ovvero al limite per una ferrovia a scartamento ordinario) unita alla trazione effettuata con le locomotive a vapore, i cui fumi ristagnavano nelle gallerie.
Solo con l'avvento della corrente elettrica e di nuovi mezzi i viaggiatori ed il personale avrebbero migliorato i loro viaggi.
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Per gli appassionati di archeologia industriale e, ovviamente, di ferrovie, la Porrettana trasmetterà sempre un fascino particolare ed avvicinarsi ai manufatti (con la dovuta attenzione) riporterà indietro nel tempo, quasi come se non siano passati già 144 anni dall'inaugurazione.
Le foto che seguono illustrano un'escursione svolta il 9 Marzo 2008 con lo scopo principale di visitare le due trincee ferroviarie costruite per spezzare la continuità della Galleria di Piteccio (quasi 1800 m, con tracciato elicoidale) e dare la possibilità ai fumi di disperdersi meglio.
L'escursione inizia a Piteccio, frazione del Comune di Pistoia, sede di una fermata della linea oggi non più adibita al servizio viaggiatori (ahimé, purtroppo).
In origine il Viadotto di Piteccio era costruito con 3 ordini di archi: ovviamente fu minato durante la Seconda Guerra...
Oggi la stazione di Piteccio viene gestita dalla locale Pro Loco.
La sala d'aspetto è stata trasformata in un piccolo museo, con molte foto storiche e alcuni plastici: merito dell'associazione " Gruppo Ferromodellistico Pistoiese La Porrettana " (http://www.laporrettana.it).
I fumi delle vaporiere hanno causato, negli anni, spesse incrostazioni sulle volte delle gallerie.
Un " reperto " è oggi conservato nella stazione di Piteccio:
Una delle gallerie più temute della linea era senza dubbio quella di Piteccio: pendenza e andamento elicoidale impegnavano parecchio le vaporiere; inoltre i fumi ristagnavano a lungo ed una patina viscida si depositava sui binari, provocando sovente slittamenti.
La stazione di Piteccio appare in buone condizioni, a parte i servizi igienici...
In questa foto si rilevano bene il binario di corsa (a sinistra) e quello di incrocio (a destra).
Più a destra il suggestivo serbatoio idrico ottocentesco a pianta ottagonale.
L'escursione continua alla volta della Trincea ferroviaria di Castagno: per interrompere la continuità della Galleria di Piteccio, nel 1882 venne realizzata questa trincea in corrispondenza del Torrente Castagno (il cui corso fu appositamente deviato artificialmente).
L'espediente della trincea non dette i risultati sperati in termini di dispersione del fumo delle vaporiere.
Adesso è la volta della seconda trincea ferroviaria, quella di Vignacci: stesso scopo e (purtroppo) stessi risultati deludenti.
Alcune stradine di campagna si mantengono a ridosso della ferrovia, regalando scorci pittoreschi sulla strada ferrata.
Si notano molto bene le pendenze sostenute e i piccoli raggi di curvatura; il tutto con numerose gallerie.
Al Km 48+903 c'è un casello abbandonato, nei pressi dell'imbocco della Galleria Marroneta. Al suo interno un calendario del 1999 suggerisce che fino ad una decina di anni era ancora abitato.
La nota interessante è la presenza, accanto, di una piccola costruzione con al suo interno un forno:
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